Benedetta Parodi: “I miei figli, liberi di suonare”

Pianoforti
Intervista a Benedetta Parodi - Yamaha Music Club

Piacevoli incontri nelle scuole Yamaha: La nostra Roberta Ferrari ha intervistato Benedetta Parodi, mamma di tre piccoli musicisti in erba, che ha conosciuto il metodo delle Scuole Yamaha. Un chiacchierata tra cucina, famiglia e, ovviamente, musica.

Roberta Ferrari: Per prima cosa, mi piacerebbe sapere qual è il suo rapporto con la musica. Ha mai studiato uno strumento musicale nella sua vita?

Benedetta Parodi: Io personalmente no, però provengo da una famiglia che ha sempre amato molto la musica: mia sorella suonava la chitarra, mio fratello anche il pianoforte, il basso, e l’armonica, e a casa mia i momenti di relax erano sempre accompagnati dal cantare insieme. Era proprio il nostro momento! Ed è una cosa che facciamo ancora oggi.

R.F: Quindi immagino che sia un po’ questa la ragione per cui lei ha deciso di far studiare musica ai suoi bambini.

B.P: A dire la verità no. Sono fermamente convinta che debbano essere i bambini a chiederlo. Non ho mai forzato i miei figli a imparare a suonare uno strumento perché, secondo me, è un’attività abbastanza faticosa, se la motivazione non viene da dentro. Il sogno di mia figlia Matilde, fin da quando aveva 8 anni, era cantare e per fortuna ho subito trovato una maestra come Anna Panariello. Siccome poi aveva bisogno di accompagnarsi, ha iniziato anche a studiare pianoforte.

R.F: Ma anche il fratellino…

B.P: Sì! Anche Diego suona! Noi siamo una grande famiglia: i miei nipoti hanno una band, e Pietro, che suona la batteria, un giorno ha notato che mio figlio Diego, con in mano il suo tamburello, seguiva la musica con un grande senso ritmico. Da lì l’idea di fare una lezione di prova, e ora anche Diego non vede l’ora di iniziare il corso di batteria!

R.F: Ma lei ha mai avuto la possibilità di assistere o partecipare direttamente a una lezione di musica dei suoi bambini?

B.P: No. Io sono molto riservata e non voglio essere “impicciona”: ho paura che, entrando in classe, i bambini possano emozionarsi o sentirsi a disagio. È capitato che Anna, l’insegnante dei miei figli con la quale ho un rapporto ormai decennale, mi proponesse di entrare e partecipare alla lezione, ma ho sempre preferito stare un passo indietro. Mi piace di più arrivare ai saggi e vedere con soddisfazione e sorpresa che belle cose sono arrivati a fare i ragazzi!

R.F: E quali pensa siano i punti di forza di una scuola come quella di Anna e del sistema didattico Yamaha?

B.P: Confesso che non conosco il sistema nei dettagli, ma vedo i risultati che porta e l’entusiasmo che crea nei ragazzi. Faccio un esempio: mia figlia Matilde, lo scorso anno, dopo tanti anni con Anna, (ha iniziato a 8 anni e ora ne ha 15) ha voluto provare ad andare in un’accademia dove c’era una formazione musicale completa, più centrata sul teatro. Quindi, con molto dispiacere, abbiamo deciso di seguire il suo desiderio e per un po’ abbiamo abbandonato la scuola di Anna. Quello che ho notato, purtroppo, è che Matilde si è spenta. Anche se lei stessa mi diceva che le lezioni erano efficaci, quando l’ho vista al saggio, aveva perso tutta la sua sicurezza… Forse era troppo attenta a fare le cose nella maniera giusta o forse non era stata stimolata nella maniera adeguata. Invece io vedo che alle Scuole Yamaha i ragazzi migliorano tanto, perché imparano un sacco di cose ma con felicità e con un metodo che coltiva e premia il loro talento. Non so spiegarlo in termini tecnici, però, da mamma, mi rendo conto che i ragazzi, che hanno mille impegni, se vogliono seguire anche la loro passione per la musica, devono farlo con allegria e serenità; nel momento in cui diventa una costrizione, non va bene. Quindi il metodo che ho trovato alla Casa delle Note di Fabrizio Marrazzo è veramente magico! E lì siamo tornati!

R.F: Quale pensa che sia il valore formativo della musica, al di là dell’imparare a cantare o a suonare?

B.P: Penso che la musica sia una valvola di sfogo meravigliosa. Io, per esempio, cucino. Invece vedo che mia figlia, quando si vuole rilassare, si mette al pianoforte, canta, suona e crea! Perché compone, scrive canzoni. La musica può essere un momento di grande creatività e un modo per allentare lo stress che anche i ragazzi hanno. E poi crea anche grande felicità in una famiglia, intesse amicizie, legami, connessioni con le persone; insomma, facilita i rapporti interpersonali.

R.F: È una cosa bellissima, quella che ha detto! Soprattutto perché uno dei fiori all’occhiello del sistema Yamaha di educazione musicale è sviluppare la creatività. Ma abbiamo anche toccato un argomento interessantissimo: musica e cucina! Entrambe solleticano i nostri sensi e per entrambe ci vuole creatività, cura del dettaglio, ricerca, applicazione e quel tanto di volontà per non accontentarsi mai, non crede?

B.P: Sì, diciamo che c’è una componente di generosità tanto nel musicista quanto nel cuoco. Ricordo le “schitarrate” con gli amici: chi suonava la chitarra era felice non solo perché era al centro dell’attenzione, ma perché era contento di regalare musica agli altri, di mettersi generosamente a disposizione degli altri. Ed è così anche per chi cucina: da una parte c’è la fatica, ma dall’altra c’è la felicità di regalare agli altri un piatto creato con le proprie mani.

R.F: Direi che possiamo concludere questa piacevole chiacchierata con una domanda: si sentirebbe di consigliare alle mamme che non hanno ancora deciso di iscrivere i propri figli a fare musica?

B.P: Mah, io vedo tante mamme che si arrovellano per far fare mille attività ai figli… Penso che i bambini debbano anche imparare ad annoiarsi: se i ragazzi hanno voglia di provare a suonare e a fare musica, sicuramente la scuola Yamaha è una scuola giusta, bella, competente e serena! Però non facciamogli fare una cosa al giorno per avere tutta la settimana piena e la coscienza a posto, non serve a niente!

R.F: Anche perché sappiamo che la creatività nasce molto spesso proprio dalla noia, dal nulla, dal fare niente.

B.P: Esatto! Quindi seguiamo le attitudini dei ragazzi; dove c’è desiderio di suonare, sicuramente questa scuola, per la mia esperienza, non può che regalare loro un percorso bellissimo per avvicinarsi alla musica.

 

Chi sono – Roberta Ferrari Ciao! Mi chiamo Roberta Ferrari e sono la responsabile didattica e della formazione degli insegnanti del settore Educational di Yamaha Music Europe, branch Italy. Sapevate che Yamaha avesse anche un settore “Educational”? Da oltre cinquant’anni Yamaha, ha sviluppato un innovativo metodo per l’insegnamento della musica a bambini, ragazzi ed adulti, continuamente in evoluzione. Un passo alla volta, se lo vorrete,  vi guiderò alla scoperta di questo affascinante mondo dell’insegnamento della musica e non solo.

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