La scorsa settimana abbiamo fatto un’intervista al compositore e pianista italiano Cesare Picco, con cui abbiamo parlato dell’importanza della musica nella sua vita, oltre che del potere che essa può avere a livello sociale. Cesare, infatti, nel 2012 ha iniziato una preziosa collaborazione con la Onlus CBM Italia, impegnata nella prevenzione e nella cura della cecità nei Paesi del Sud del mondo. Abbiamo deciso di fargli qualche altra domanda in proposito e di farci raccontare qualcosa di più dei suoi progetti di rilevanza sociale.
La tua collaborazione con CBM si esprime principalmente attraverso la realizzazione dei “Blind Date”, concerti basati sulla formula luce – buio – luce. Che cosa significa per il pubblico assistere ad un concerto pianistico nel buio più totale?
È un viaggio potente dentro noi stessi, attraverso nuove sensazioni, timori, visioni. Da dieci anni affronto ogni concerto in maniera differente, sperimentando ogni volta qualcosa per me di nuovo, sia a livello strumentale – coinvolgendo altri musicisti sul palco – sia a livello emozionale. Arriva sempre un punto, durante la mezz’ora di buio, dove io e il pubblico arriviamo a essere un’entità sola, un nucleo di energia vitale che solo le tenebre assolute possono regalare. È una sensazione impagabile, perché si impara ad ascoltare la musica con altri occhi.
Di recente hai fatto un viaggio in India per visitare alcuni centri nei quali opera CBM. Che effetto ti ha fatto conoscere in prima persona i bambini che, anche grazie al tuo supporto, sono riusciti a “tornare alla luce”?
Questo viaggio mi ha arricchito umanamente e musicalmente. Tutte le riflessioni e le emozioni provate sono confluite in maniera naturale nel mio far musica. Incontrare i bambini a cui era stata donata la vista mi ha aperto la mente e il cuore. Si compie un vero e proprio “reset”, la scala dei tuoi valori si rimette a posto. Attraverso questa consapevolezza, la musica arriva ad avere ancora più forza. Da quei magici incontri in India, il ritorno alla luce – durante i “Blind Date” – ha per me una valenza spiritualmente ancora più profonda.
Oltre a regalare al pubblico quest’esperienza unica dei Blind date, da qualche tempo ti impegni a supportare i giovani compositori della Yamaha Music School. Qual è stata la tua prima esperienza con i giovani compositori e che cosa ti ha lasciato?
Ho scoperto un mondo meraviglioso: mi sono subito innamorato di tutti loro! Innanzitutto ho scoperto un’umanità di insegnanti meravigliosi, loro sono il punto di forza, il necessario punto di partenza. E da docenti appassionati e preparati non può che arrivare la spinta giusta: il resto della magia è compiuta dai bambini e dai giovani ragazzi coinvolti. Nei loro occhi vedi la meraviglia della scoperta, il suono che si fa immagine, sono fatti di creatività allo stato puro. Incontrarli è come essere investito da una bomba di sorrisi ed emozioni.
I ragazzi di oggi rappresentano il futuro di domani. Che valore aggiunto pensi che possa avere un ragazzo che, oltre a saper suonare, sa anche comporre la propria musica?
Un’ulteriore ricchezza che si spanderà nella loro vita. Dare corpo e suono alla propria creatività, riuscire a dire “questo l’ho creato e composto io” è un potentissimo atto di consapevolezza sulle proprie capacità.
Quest’anno anche i giovani compositori saranno coinvolti in un progetto di rilevanza sociale a sostegno di CBM. Tutti i ragazzi che si esibiranno al Junior Original Concert 2019, che si terrà a Caserta il prossimo 5 maggio, suoneranno un brano composto esclusivamente da loro: con tutti questi brani verrà poi realizzato un CD il cui ricavato andrà a sostegno delle iniziative di prevenzione e cura della cecità della Onlus CBM Italia. Puoi raccontarci qualcosa di questo bellissimo progetto?
La coinvolgente tenacia di Roberta Ferrari ha reso possibile il tutto. L’idea ha preso corpo l’anno scorso da un piccolo seme che abbiamo gettato durante un incontro con un gruppo di giovani compositori: far “volare” la musica fino in India, attraversare terre e cieli per arrivare al cuore dei bambini presi in cura da CBM Italia. Le musiche scritte faranno da colonna sonora al viaggio verso la luce che i bambini in India affronteranno e i ragazzi delle Yamaha Music School, grazie ai loro insegnanti, hanno realizzato quanto la musica possa essere un veicolo di bene e di aiuto concreto.