Roberta, che cosa provi quando ascolti i bambini suonare brani composti da loro? Dire semplicemente che mi emoziono è troppo poco! In realtà, se gli allievi sono stati guidati da me nella costruzione del proprio brano, mi tornano in mente tutti i momenti del lavoro fatto insieme: un percorso lungo, fatto di idee, di gioco, di musica, di risate, di pianti, di momenti di difficoltà, oppure di entusiasmo, di scoperte, di libertà, di soddisfazioni; e, soprattutto, di avversità superate e di nuove competenze acquisite, come preziosissimo bagaglio della propria vita… non solo musicale! Ascoltare un bambino che suona un brano composto da lui significa ascoltare e toccare le sue emozioni e i suoi sentimenti e questo va fatto con assoluto e totale rispetto. Tramite le sue note, ogni bambino che suona per noi un brano composto da lui condivide in maniera dolcissima e genuina la parte più profonda ed intima di se stesso. E per questo, ogni volta, mi commuovo.
Chi vive con me il backstage del Junior Original Concert spesso mi vede sorridere mentre mi scendono le lacrime; a volte mi si vede canticchiare i brani, oppure tremare, trattenere il fiato aspettando il punto del brano che so essere il più difficile. Arrivati al concerto, conosco “ogni curva pericolosa, ogni rettilineo, ogni salita e ogni discesa” di quel bellissimo sentiero che è il brano composto da ogni bambino. Ascoltando questi “giovani ambasciatori della musica” provo una sorta di identificazione, una specie di “profonda empatia musicale”. Sapere di averli aiutati a trovare un canale di comunicazione e di espressione dei loro sentimenti e delle loro sensazioni è l’aspetto che amo di più del mio lavoro, quello che mi rende più orgogliosa e che mi fa capire che insegnare musica ad un bambino è qualcosa che può andare molto al di là dell’insegnamento delle note o della tecnica strumentale.
Oltre all’estro e al talento personale, cosa serve per comporre musica? Le capacità da sviluppare sono tante: le più importanti sono il senso armonico, la capacità di sviluppare una melodia, la conoscenza delle forme musicali, la capacità di fare variazioni e di improvvisare. La più importante di tutte, però, è la volontà di esprimersi e di lasciarsi andare, facendosi trasportare nel mondo dei suoni e delle note musicali; il desiderio di raccontare una storia o di esprimere le proprie emozioni in modo personale ed originale tramite la musica.
E come è possibile sviluppare queste capacità in un bambino? Si comincia da piccoli, il prima possibile! Sviluppando la loro fantasia associata alla musica, educando il loro orecchio e creando le condizioni perché si sentano liberi di esprimere loro stessi attraverso giochi ed attività divertenti, inseriti in un graduale e specialissimo programma di lezioni che un team mondiale di esperti dei Corsi di musica Yamaha ha appositamente creato per dare spazio alla creatività dei bambini. Si stimolano continuamente gli allievi a suonare la musica, non solo così come la trovano scritta su uno spartito, ma a trattarla come materiale plastico da modellare, da trasformare e a variare, rendendo quindi ogni attività musicale estremamente creativa e divertente.
Ma le composizioni di questi bimbi sono tutta farina del loro sacco? Questa è una domanda che mi fanno di continuo perché lo so… sembra incredibile che i bambini possano comporre! Nelle istituzioni musicali si può fare il corso di composizione solo dopo una certa età e dopo il superamento di una serie di altri esami e corsi di studio, quindi posso capire che possa creare incredulità. Però sì! Le idee musicali sono sempre, assolutamente farina del loro sacco; molto spesso i bambini sono molto più creativi degli adulti, meno “pensiero”, più genuinità, meno sovrastrutture, più voglia di giocare! Molto più complessa e articolata è la fase di sviluppo delle idee, quel momento in cui, da una serie di temi, spesso davvero originali, bellissimi e “sinceri”, bisogna costruire un brano con una forma compiuta e completa. Queste fasi della costruzione vengono supportate dall’insegnante, che si comporta come farebbe un professore di lettere alle prese con un tema di italiano: corregge gli errori, armonizza le proporzioni, suggerisce tagli o sviluppi, cambi di direzione, sinonimi, introduce nuovi vocaboli. La stessa cosa fa l’insegnante dei corsi Yamaha avanzati!
E come si fa a insegnare queste cose agli insegnanti? È quasi più difficile che con i bambini! Prima di tutto, perché non tutti gli insegnanti sono in grado loro stessi di comporre musica. Qualcuno non lo ha mai fatto! Nel percorso di studio tradizionale troppo spesso ci si limita a suonare ciò che è scritto, il legame con lo spartito è fortissimo e molti strumentisti faticano ad improvvisare o a comporre, sganciandosi dalla musica scritta. Inoltre (e questo è il vero, grande problema), nei Conservatori l’armonia viene insegnata essenzialmente a tavolino (una sorta di paradosso!). Si fa un gran lavoro teorico, che però raramente viene calato nella pratica in modo creativo. C’è quindi la necessità di fare una formazione specifica degli insegnanti che vogliano sviluppare la creatività dei propri allievi. E Yamaha (io in particolare) si occupa proprio di questo: formare insegnanti molto speciali, che possano sviluppare, prima di tutto in loro stessi e poi negli allievi, la creatività musicale!
Chi sono – Roberta Ferrari Ciao! Mi chiamo Roberta Ferrari e sono la responsabile didattica e della formazione degli insegnanti del settore Educational di Yamaha Music Europe, branch Italy. Sapevate che Yamaha avesse anche un settore “Educational”? Da oltre cinquant’anni Yamaha, ha sviluppato un innovativo metodo per l’insegnamento della musica a bambini, ragazzi ed adulti, continuamente in evoluzione. Un passo alla volta, se lo vorrete, vi guiderò alla scoperta di questo affascinante mondo dell’insegnamento della musica e non solo.
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