L’ultimo appuntamento di “Se fossi musica, sarei…” è con La Gazza Ladra, raccontata dal nsotro key teacher Alberto Maffia.
Partiamo con una domanda su di una canzone famosissima: se pensate a “The Final Countdown” quale parte avete immaginato? Probabilmente non il tema cantato ma il tema strumentale con cui inizia.
Proprio come per il brano per il quale voglio proporvi un gioco: l’Ouverture dell’opera “La Gazza Ladra” di Gioachino Rossini, cioè l’introduzione strumentale.
Si dice che sia stata scritta in fretta e furia più di 200 anni fa perché l’opera fosse già pronta per andare in scena e, nonostante ciò, è al tempo stesso di una ricchezza e di una semplicità sorprendenti.
Forse perché Rossini ha saputo miscelare la scrittura classica con il ritmo e la freschezza delle melodie popolari italiane, uno dei motivi per cui la sua musica ci rappresenta ancora oggi nel mondo.
Inizia con un rullo di tamburi e con un tema maestoso che si sviluppa passando dal modo maggiore al modo minore, con giri armonici che, trasformandosi in continuazione, ci tolgono quella sicurezza che inizialmente ci regala.
Un altro rullo di tamburi seguito da un “tutti” orchestrale e un rullo di timpani ci portano come su una spaventosa giostra, proprio nel momento in cui non si può più tornare indietro.
Da qui in poi, come in un “thriller” la tensione e le emozioni non vi abbandoneranno mai: uno dopo l’altro ascolterete diversi temi, che entrano in sordina per poi andare in crescendo, ripetendo ogni volta con un’orchestrazione sempre più ricca e più coinvolgente. Gli strumenti e le sezioni dell’orchestra dialogano tra loro trasformando il loro suono in danza, in dramma, in commedia, in corteggiamento amoroso o in tutto quello che riuscirete ad immaginare.
Come in molte opere di Rossini il finale poi sembra iniziare sempre… e non arrivare mai!
Ma proprio qui inizierà il gioco…
Prima di tutto ascoltate e guardate un coinvolgente concerto dei “Wiener Philarmoniker” in cui, oltre alla loro interpretazione del ritmo, che per me è unica al mondo, potrete apprezzare la regia video per la ripresa degli strumenti nonché le espressioni dei musicisti.
Dopo averlo ascoltato una prima volta inizia la sfida: ascoltate di nuovo ma senza guardare il video! Chiudete gli occhi e diventate lo sceneggiatore di un film che sia indifferentemente con attori o di animazione. Provate a inventare la trama e a immaginarvi persino le scene.
Non è difficile: se pensiamo al commento sonoro appositamente scritto per un film, spesso è solo strumentale e sono solo i suoni e non le parole a farci vivere le emozioni delle immagini o dei personaggi. E come in un film queste musiche si ascoltano già nei titoli di testa e ci raccontano le emozioni ancor prima delle immagini.
Cercate di ascoltare da un buon impianto audio o con un buon paio di cuffie per godere al meglio di questa musica così meravigliosamente italiana.
Lasciate quindi sfogo alla fantasia: “La Gazza Ladra” non vi ruberà tempo!
Se però vorrete dedicarci un po’ di tempo e raccontarci la vostra trama, scriveteci nei commenti: chissà che non possa diventare una di quelle storie che raccontiamo ai bambini con musica e disegni nei nostri corsi!
Inoltre, forse solo per poco tempo ancora…
…potete vedere l’Ouverture e tutta l’opera su RaiPlay, in un prestigioso allestimento del Teatro alla Scala diretto da Gabriele Salvatores, con una stupenda interpretazione dell’orchestra e dei cantanti diretti da Riccardo Chailly con la perfetta ripresa stereofonica dell’audio e l’accurata post-produzione della Rai. Difficile trovare qualcosa di tale qualità sul web per quest’opera.
Molto adatta anche per i bambini, i titoli iniziali sono accompagnati da animazioni, mentre l’Ouverture vede in scena prima dei burattini seguiti dalla danza e dalle evoluzioni acrobatiche di una ballerina nelle vesti della gazza ladra. Ma questa è la loro storia!
https://www.raiplay.it/video/2020/03/La-gazza-ladra-05cac4d2-9803-4bbc-b051-cbc3d92de9bc.html
Se invece siete curiosi o sapete leggere la musica qui sotto trovate una registrazione diversa, dove potrete seguire lo spartito dell’orchestra. Per i musicisti è uno dei modi per entrare più a fondo nel contenuto del brano.