Aleksander Zielinski ci racconta Tres Cantos Nativos dos Indios Krao per il terzo appuntamento di “Se fossi musica, sarei…”.
Composto nel 1982, Tres Cantos Nativos dos Indios Krao è un trittico liberamente ispirato alle melodie cantate dalla tribù Krao, un gruppo di nativi Brasiliani che vivono nella regione del fiume Xingu nella foresta Amazzonica nel nordovest del Brasile.
Il significato esatto delle parole è tuttora sconosciuto, ma secondo una comune interpretazione, ogni canto racconta un aspetto della vita della tribù. Il primo canto celebra la foresta, con i suoi abitanti e l’impetuosa forza della natura che mediante la pioggia garantisce la vita.
Il secondo canto è invece un canto di battaglia, che esalta il coraggio dei guerrieri che difendono il territorio dalle insidie e dagli invasori.
Il terzo ed ultimo canto, infine, celebra la fecondità e il prezioso rinascere della vita a primavera.
Nello spartito si trovano scrupolose annotazioni del compositore, Marcus Leite, colui che ha dato forma ai materiali primitivi creando quest’opera: viene raccomandato l’uso di strumenti a percussione, il cui intervento va improvvisato seguendo le parti corali, e viene anche specificato come realizzare gli effetti sonori impiegati dalla tribù e quali movimenti compiere. Dobbiamo infatti immaginare che questi canti venissero anche danzati o comunque accompagnati da precisi movimenti rituali .
L’esecuzione può essere modellata secondo la fantasia del direttore, ed è un’esperienza interessante tentare un’esecuzione (parziale o riadattata) con cori di bambini proprio perché i piccoli sono spesso in grado di fornire stimoli molto creativi, che possono essere finalizzati all’esecuzione stessa. Proprio perché non esiste un vero e proprio testo, acquista moltissima importanza la concertazione dei suoni emessi dai cantori, cui viene richiesto anche un accurato lavoro di “assemblaggio” delle parti. Più che di esecuzione, non è sbagliato parlare di una vera e propria rappresentazione.
Il brano è popolare negli USA dove viene spesso eseguito da cori universitari, ed è eseguito dai più validi cori del mondo, talvolta suscitando lo stupore del pubblico proprio per la sua non convenzionalità, e rimanendo così indelebile nella memoria di chi lo ha ascoltato. Così è stato anche per me: Tres Cantos Nativos dos Indios Krao ha segnato gli inizi del mio percorso di Direttore di coro, e ricordo perfettamente la reazione del pubblico alla prima esecuzione. Qualcuno era incredulo, qualcuno addirittura pensava ad uno scherzo! Ma poi tutti sono stati rapiti dalla narrazione musicale, affidata a elementi di grande impatto emotivo e sonoro.
Inoltre, è un importante strumento per preservare la tradizione dei nativi dell’Amazzonia, oggi sempre più minacciati dall’incalzare della globalizzazione e della realizzazione di infrastrutture in quell’area del mondo.
La versione che vi propongo è quella del Young People’s Chorus of New York City, ma potete divertirvi ad ascoltarne altre e scoprire le diverse interpretazioni dei direttori: