Cesare Picco e il potere della musica: leggi l’intervista

Pianoforti

Oggi siamo con Cesare Picco, pianista improvvisatore, clavicordista e compositore italiano famoso in tutto il mondo. Cesare è stato uno dei primi ad entrare a far parte del gruppo degli Yamaha Artists e ad iniziare a collaborare con noi per la realizzazione di straordinari progetti.

Oggi Cesare Picco è un pianista e compositore di fama internazionale, ma ripartiamo dalle origini: qual è stato il tuo primo approccio alla musica?

Avevo quattro anni, mia madre mi ha messo davanti al pianoforte, per gioco. Non ho più smesso.

Non è mai troppo tardi per imparare a suonare uno strumento e per portare la musica nella propria vita, tuttavia intraprendere un percorso di educazione musicale sin da piccoli comporta notevoli benefici per lo sviluppo psico-fisico dei bambini. Quali credi che siano i più grandi effetti benefici della musica sulla crescita di un bambino?

Ciò che il suono compie nel nostro organismo è qualcosa di straordinariamente potente. Da bambini si impara a entrare in connessione profonda con il proprio corpo e con la mente: tutto avviene per gioco, senza pensarci ed è questa la situazione ottimale. Imparano a dialogare più velocemente. La piccola disciplina quotidiana semina dei frutti che in età matura spargono la loro magia in qualunque attività si svolga. Non è assolutamente necessario diventare pianisti, edificante è conoscere lo straordinario alfabeto della musica.

Quello con il pianoforte è per te un rapporto quasi fisico, vuoi parlarcene?

Non sono mai riuscito a stare fermo, davanti al pianoforte, i miei insegnanti avevano un gran da fare. Intorno ai sedici anni ho iniziato a proporre concerti di piano solo usando il linguaggio dell’improvvisazione totale, da allora non ho mai smesso questa infinita ricerca. Questa pratica di “scrittura in tempo reale” coinvolge ogni cellula e ogni centimetro del tuo corpo: non puoi non sentire un battito uscirti dalle dita senza pensare di muovere anche il corpo. Con il passare degli anni, comprendi di dover controllare in maniera intelligente questa energia, imparando a controllare mente e corpo in altro modo.

Tu sei uno degli ambasciatori italiani di CBM Italia, la Onlus impegnata nella prevenzione e nella cura della cecità nei Paesi del Sud del mondo. Com’è nata la tua collaborazione con CBM e perché hai scelto di sostenere proprio questa organizzazione?

Nel 2012 CBM Italia mi ha contattato, avendo sentito parlare del mio “BLIND DATE – Concerto al buio”, che avevo ideato qualche anno prima. Ho capito che questo concerto metteva in scena la metafora della missione di questa organizzazione umanitaria. Il viaggio verso la luce, con loro, è divenuto un progetto sempre più importante e una personale esigenza emotiva: fare del bene a migliaia di bambini nel mondo mi riempie il cuore di gioia. In questi anni abbiamo riempito i più importanti teatri in Italia coinvolgendo migliaia e migliaia di persone e continueremo a farlo ancora fino a tutto il 2020. La prossima data sarà al Teatro Pavarotti di Modena il 25 maggio prossimo. E da subito Yamaha è stata al nostro fianco, sono felice e riconoscente per questo speciale supporto.

La musica quindi, oltre ad essere un potentissimo mezzo di comunicazione, è un mezzo che può essere messo al servizio di progetti di rilevanza sociale…

La musica è arte sociale per eccellenza, perché crescere con la musica significa ascoltare sé stessi e il mondo attorno a te. Anche suonare da solo nella tua stanza nel buio della notte è un atto sociale: fai del bene a te stesso e questo bene non può non arrivare quando sei in mezzo agli altri.


Tutti i Blind Date di Cesare Picco sono a ingresso gratuito e le donazioni fatte dal pubblico vanno a sostegno dei progetti CBM Italia Onlus.
Per rimanere aggiornati sulle date dei concerti al buio e riservare il vostro posto consultate questa pagina.

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