Intervista ad Alessandro Magri, sul palco con Gianni Morandi

Pianoforti

Ph. – Massimiliano Donati

 

Alessandro Magri, musicista, compositore e arrangiatore, pianista e tastierista, produttore e programmatore, docente e direttore artistico, direttore musicale e pianista del tour di Gianni Morandi… Impossibile definirlo in una frase. Così lo abbiamo intervistato.

Come hai iniziato a suonare?

Alessandro Magri: A otto anni sono stato obbligato dai miei genitori a frequentare i corsi di pianoforte del mio paese, Cento. Si trattava di un corso tradizionale, di quelli che cercano di instradarti verso una carriera. Poi ci vogliono un po’ di talento, un po’ di voglia; qualcuno si ferma, io sono arrivato a diplomarmi con il vecchio ordinamento, anche se tra alti e bassi. Questo perché io da piccolo non comprendevo perché dovessi studiare tutta quella tecnica per poi suonare note scritte da altri. Solo dopo ho iniziato a scoprire la matematica che sta dietro la musica. E ho capito che, studiandola, potevo arrivare a scrivere la mia musica.
La curiosità è stata la molla che mi ha portato a voler capire come funzionano le cose.
Ora che sono anche docente, sono convinto che sin dall’inizio una corretta formazione sia importante per crescere musicisti, non solo strumentisti, che comprendano quello che stanno suonando, che si tratti di Chopin, Charlie Parker o Biagio Antonacci.

Tu sei anche esperto di tecnologia…

Alessandro Magri: Anche in quell’ambito la curiosità di capire come funzionassero gli eventi midi e l’audio mi ha portato a conoscere le DAW (Digital Audio Workstation) e a far diventare la tecnologia un lavoro, complementare a quello di musicista. Oggi bisogna saper fare di tutto, lo dico a tutti gli allievi. Bisogna essere autonomi nel registrarsi, le demo devono suonare bene, non è più come negli anni ’90.

Cosa consiglieresti quindi ad uno studente?

Alessandro Magri: Innanzitutto, consiglio di apprendere le proprietà di uno strumento musicale attraverso il quale esprimere le proprie idee, conoscerne la tecnica, la lettura, studiando da un buon maestro, meglio ancora se in conservatorio.
E poi bisogna sapersi avvalere della tecnologia, che non è più scindibile dall’essere musicista.

Come continui ad alimentare la curiosità oggi?

Alessandro Magri: Per fortuna la musica è infinita, come la matematica che ne sta alla base. Gli stimoli sono sotto le mie dita e nelle mie orecchie, mentre suono. Non ho bisogno di cercare stimoli esterni. Il lavoro mi offre soluzioni continue e quotidiane: sto arrangiando per orchestra sinfonica per esempio, sperimentando gli equilibri delle varie sezioni dell’orchestra. Nel mondo tecnologico poi, nuovi software e nuove DAW offrono stimoli continui. Le strade del mondo della musica e della produzione musicale sono infinite.

Come sei diventato professionista?

Alessandro Magri: Quando ho iniziato a miscelare musica e tecnologia ero giovanissimo, qualcuno si è accorto di me e mi ha chiamato in studio di registrazione, come figura che potesse realizzare concretamente un’idea. Il primo ad accorgersene fu Gaetano Curreri degli Stadio, che quando avevo 18 anni mi invitò a offrire il mio supporto tecnico nella produzione di un disco di Tullio Ferro, autore di Vasco Rossi. Così sono entrato nel giro, per dieci anni ho lavorato nello studio di Vasco, con cui ho collaborato a tre dischi, come programmatore e come tastierista, pianista e arrangiatore.
Quando si accorsero che oltre a domare le macchine, sapevo anche suonare, iniziarono le tournée con gli Stadio, con Biagio Antonacci, con Gianni Morandi… dal 2018 sono direttore musicale del tour.
Parallelamente ho scritto brani per le olimpiadi di Torino, ho collaborato a una sessantina di dischi.

Come fai a conciliare tutto?

Alessandro Magri: Ho trovato un ottimo balance tra le due attività che amo di più: fare musica e insegnarla. Ad esempio, quando ho un paio di concerti alla settimana con lo spettacolo “Stasera gioco in casa” di Gianni Morandi al Teatro Duse di Bologna, passo il resto del tempo in studio a insegnare. La passione mi dà l’energia per fare questo mestiere che è senza orari e senza certezze.

Sei particolarmente grato a qualcuno?

Alessandro Magri: Sicuramente a Gianni Morandi, perché mi ha dato una grande fiducia, mi ha dato in mano il suo mondo, i suoi arrangiamenti, la scelta della band. Quando una leggenda vivente come lui viene a chiederti consiglio, dai il massimo! Inoltre, in questo spettacolo live, di natura acustica, siamo in tre sul palco: Gianni, Elia Garutti alla chitarra e io al pianoforte. Ebbene c’è da studiare! Passi dal jazz al concerto di musica classica, ad arrangiamenti alla Morricone, non sono i soliti brani pop con pochi accordi! Suonare con Morandi è un’università per un musicista.

Quale strumento suoni sul palco?

Alessandro Magri: Suono un AvantGrand N3X e lo suono con cognizione di causa: data la natura marcatamente acustica di questo tour, inizialmente volevo un pianoforte acustico; ma poiché suoniamo due sere alla settimana, e nelle altre serate ci sono altri eventi e il palco va smontato, ho pensato di prendere un pianoforte digitale da palco che fosse più versatile, che non si scordi con le luci troppo calde; il contesto richiedeva però uno strumento che avesse anche una bella immagine… Mi sono documentato e ho scoperto la serie AvantGrand. Ho effettuato test in studio, tra alcuni strumenti top di gamma, comparando con oscilloscopi oltre che con le orecchie. L’AvantGrand ha vinto su tutti. Mi trovo benissimo, anche perché oltre alla generazione sonora migliore, ha il vantaggio della meccanica del pianoforte. Grazie alla funzione TRS (Tactile Response System) io sento lo strumento sotto le dita che vibra come il pianoforte a coda che ho a casa! In più non si scorda e posso gestire il volume sul palco, è assolutamente perfetto per quello che mi serviva. Non mi schiodo più da lì!

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2 Commenti

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    Molto interessante

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    Congratulazioni ad Alessandro per la sua carriera. Bruno