Un po’ pianista, un po’ tastierista e un po’ organista: intervista a Johnny Pozzi

Pianoforti

Oggi ho chiesto a Johnny Pozzi, pianista e tastierista del panorama musicale milanese e italiano, di fare quattro chiacchiere con noi e di raccontarci un po’ di più delle sue innumerevoli esperienze artistiche.

La mia telefonata lo coglie all’ingresso degli studi Rai, dove si sta recando per le prove dell’ultima puntata di Portobello, fortunato programma televisivo condotto da Antonella Clerici.

Gli autori lavorano dal lunedì, decidono i brani e li comunicano al direttore Umberto Iervolino, che effettua i tagli e scrive gli arrangiamenti. Proviamo per tre giorni di fila, poi andiamo in onda, in diretta. In tv i tempi morti sono lunghissimi, sia durante le prove, sia durante la trasmissione, che dura tre ore. Bisogna stare fermi, ma sempre attenti, perché con Antonella tutto può accadere: a volte si gira verso di noi all’improvviso e chiede “ce l’avete quella canzone?”. È anche per questo che cercano musicisti esperti, che conoscano un’infinità di brani, soprattutto vecchi… Detta così, sembra un’esperienza faticosa, quasi noiosa, ma in realtà è stata fantastica, come fantastici sono stati i colleghi musicisti e il direttore. È anche capitato di suonare con Pupo, Mal…

Raccontaci invece del tuo tour con Roby Facchinetti.

Facchinetti è una persona speciale, gli voglio bene come fosse mio papà. Io ero suo fan già da ragazzino, ai suoi concerti andavo sempre vicino alle tastiere, lo osservavo; è stato il motivo per cui ho deciso di fare il musicista di professione. Poi sono arrivato a lavorare con lui tramite il suo arrangiatore Danilo Ballo, musicista eccelso, uno dei pochi che scrivono per orchestra come i grandi maestri di una volta, Pino Calvi, Bruno Canfora, Pippo Caruso…

Ho suonato con Roby nella tournée del 2014, poi ho lavorato come suo backliner personale anche nel tour del cinquantennale dei Pooh.

Com’è composto il tuo set-up sul palco?

Il P-515 (ne abbiamo parlato in questo articolo) è il mio pianoforte. Io suono Yamaha dal 1984, sono stato uno dei primi a Milano ad avere il DX7, un grande regalo del mio caro papà. Da allora ho suonato sempre pianoforti Yamaha. L’anno scorso ho fatto più di quaranta date con i Cani della biscia e non avrei potuto chiedere di più da uno strumento.

Ti capita di utilizzarlo sia amplificato in un impianto che con le sue casse implementate?

Sì certo! Quando scrivo, non accendo né l’amplificazione, né il computer. È tutto più immediato.

Ho anche una Genos, che utilizzo per creare arrangiamenti, in studio, per le prove. Ha stili, suoni e ritmi incredibili.

Johnny Pozzi è più pianista o tastierista?

Sono un po’ pianista, un po’ tastierista, ma anche organista. Oltre ad essere “hammondista”, suono anche l’organo liturgico da quando avevo otto anni, ho imparato a suonare la pedaliera come autodidatta. Sono organista titolare nella parrocchia di Sant’Alessandro a Mozzate, in provincia di Como.

Essere titolare comporta un grande impegno!

Certamente, soprattutto quando la sera prima ho un concerto e torno a casa alle 4 del mattino! Alle 7.15 mi alzo comunque, perché alle 8.45 ho la Messa. E oltre alle domeniche, ci sono tutte le altre festività…

Quali sono i tuoi progetti futuri?

Con i Cani della biscia, il mio gruppo, con cui ho sei album all’attivo, suoneremo per presentare il nostro DVD/CD live.

Poi avrò qualche data con i Camaleonti e con lo spettacolo-tributo a Lucio Battisti, che però ha la particolarità di avere Massimo Luca alla chitarra e Gianni dall’Aglio dalla batteria, ovvero due musicisti che suonavano con Lucio; quindi il concerto è infarcito di racconti storici e aneddoti personali e il pubblico rimane davvero inchiodato alle sedie.

Chi Sono – Marta Caldara Concertista, formatrice, dimostratrice. Qualsiasi attività preveda l’utilizzo di un pianoforte mi trova sempre coinvolta in prima linea! Adoro l’atmosfera del live e centinaia sono i progetti di questo tipo che mi vedono impegnata. In questo blog vi terrò aggiornati sui progetti e sulle ultime novità dal mondo Yamaha.

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