Siamo con Giuseppe Santelli, pianista cosentino, che da qualche anno collabora come dimostratore con Yamaha e che con il suo quintetto Hydra ha in questi giorni pubblicato l’album Kaleido per EMME Record Label. La musica di Hydra risente fortemente delle influenze provenienti dai nostri mondi di appartenenza: Daniele Nicoletti, bassista del gruppo, scrive sotto l’influenza della musica etnica e popolare. Il sassofonista, Francesco Caligiuri, ha una scrittura più classica, fitta, densa di contrappunto, con armonie più spigolose; si sente che ama Mingus, il free jazz. Infine, io amo particolarmente il jazz classico e il latin, i miei pianisti di riferimento, per dirne due, sono Chick Corea e Michel Camilo. Il tutto viene mescolato come in un caleidoscopio (da cui il nome del disco), pur rimanendo sotto una chiara connotazione jazz.
Chi sono gli altri componenti del quintetto? Erica Gagliardi, cantante e Alessio Sisca alla batteria.
La voce che forma prende sulla vostra musica? Ci sono dei testi? La voce è utilizzata come uno strumento, con linee vocali che prendono parte ai giochi di contrappunto. Solo due brani hanno anche un testo e sono composti da Caligiuri: Erica si è lasciata ispirare dalle atmosfere musicali per scrivere i testi, entrambi in inglese, di For Rasha e di Oriental Dreams. Il primo è dedicato ad una donna che non comprende di essere amata, il secondo racconta di un sogno ambientato tra le dune del deserto.
Mi sembra di capire che ci sia un grande lavoro compositivo alle spalle di questo progetto discografico. Sì, i temi sono scritti con cura, sovente polifonici e persino sotto le sezioni di improvvisazione rimangono parti di “obbligato”. Nei nostri concerti live, oltre agli otto brani presenti nel disco, inseriamo standard non consueti, scelti, elaborati e arrangiati seguendo le nostre particolari sonorità. Alcuni brani sono semplici all’ascolto, altri brani sono più complessi, ma il filo conduttore è comune e si sente.
Un gruppo di riferimento, per farci capire la direzione del vostro progetto? È difficile trovare un gruppo di riferimento, per due motivi: innanzitutto perché non penso che ne troveremmo uno comune a tutti i componenti del quintetto; poi perché la nostra musica forse è davvero difficile da etichettare.
Infine, su quale pianoforte hai suonato in sala di incisione? Su un Yamaha C5, presso lo studio Tube Studio Recording, uno dei migliori di Italia per il jazz. Infatti la qualità del disco è davvero alta.
E dove sarà possibile acquistare il cd? Ai seguenti link: