Bob Krieger: tra fotografia e musica

Pianoforti

Da venerdì 8 marzo le sale di Palazzo Morando, nel cuore di Milano, ospitano la mostra “Bob Krieger imagine. Living through fashion and music”, dedicata al lavoro del grande fotografo di moda Bob Krieger e al suo contributo all’affermazione del Made in Italy nel mondo.
Yamaha Music ha collaborato alla realizzazione di questa esposizione attraverso l’organizzazione di cinque concerti e la fornitura di un pianoforte Yamaha Disklavier, che riproduce costantemente buona musica.

In vista dell’ultimo concerto che si terrà negli spazi della mostra – mercoledì 26 giugno – abbiamo raggiunto Bob Krieger nel suo amato Quadrilatero della moda per fargli qualche domanda sulla fotografia e sulla musica.

L’intervista

Tra le opere presenti alla mostra Bob Krieger Imagine ce ne sono alcune appartenenti alla sua collezione privata. C’è una motivazione particolare per la quale ha deciso di mostrare queste preziose fotografie inedite proprio adesso?

Si, perché tutti sono fotografi ormai e io ho smesso di esserlo. Una volta se non conoscevi la chimica e la meccanica non potevi fare nulla, mentre oggi fare il fotografo è relativamente facile: devi sì avere il senso artistico, il senso dell’estetica, ma non le conoscenze meccaniche. Questo grazie alle nuove tecnologie, che io ammiro, rispetto e anche invidio. Al mio tempo dovevi saper fare una fotografia, mentre oggi non è più necessario: tu esprimi un’idea e il tecnico te la realizza. Altrimenti telefonini da tutte le parti (ride, ndr); migliaia di scatti che non costano nulla. Allora questo era il problema numero uno: ogni scatto corrispondeva ad un costo, non potevi fare duemila scatti e poi cancellarli.

Bob Krieger e Giorgio Armani

 

Qual è, secondo lei, la fotografia che meglio può trasmettere l’entusiasmo e l’orgoglio per l’affermazione del made in Italy nel mondo?

Sicuramente il ritratto di Giorgio Armani: è diventato quasi un must di qualsiasi argomento nel campo della moda. Lui è l’emblema del made in Italy e ha trascinato con sé anche tutte le altre eccellenze italiane.


La fotografia dunque, è un’arte che è in grado di trasmettere grandi emozioni. Come la musica, d’altro canto. Come le è venuta l’idea di coniugare queste due grandi arti e di inserire un pianoforte all’interno degli spazi espositivi della mostra?

Le do una risposta un po’ bizzarra. La fotografia non è proprio un’arte universale, la musica, invece, va a stuzzicare tutti i nostri sensi e l’immaginazione. Senza la musica anche una mostra è muta. La musica aiuta a fantasticare, a imbellire, a trasportare. Senza musica non esiste nulla. Anche un film horror senza musica non fa paura. La musica, con i sentimenti, si coniuga benissimo.

Potremmo quindi dire che la presenza costante del Disklavier trasforma il percorso espositivo in una vera e propria esperienza multisensoriale…

Assolutamente, e sono felice che sia così. Non voglio prendermi dei meriti unici. La presenza musicale è indispensabile e trovo che il pianoforte sia particolarmente esaltante.

Il 26 giugno la mostra Bob Krieger Imagine ospiterà l’ultimo dei concerti curati da Yamaha Music: sarà un Silent WiFi Concert per pianoforte e violoncello che condurrà il visitatore in un viaggio in grado di coinvolgere completamente vista e udito. Qual è la sua opinione in merito?

Ha un effetto astonishing! È stupefacente muoversi, andare altrove e continuare a sentire la musica. E poi la musica è più cristallina in cuffia; la cuffia estrania da qualsiasi altra distrazione sonora.

Ci regala un aneddoto per i lettori del blog?

Posso raccontarvi una storia molto divertente. Gli stilisti, prima di essere considerati tali, erano considerati dei creatori, e il mio assistente, che era leggermente di tendenza sinistroide, era un po’ infastidito dal fatto che ci si riferisse a questi personaggi come a degli dei, dei geni. Un giorno mi disse: “Ma se sono loro dei geni, Einstein cos’era?”. In quel momento mi dicono che c’è una telefonata per me ed era Santo Versace. Il mio assistente si alzò in piedi e disse: “Questo per me è troppo, io smetto di fare fotografie!”, non sapendo che Gianni (Versace, ndr) avesse effettivamente un fratello di nome Santo!

Il video-tour della mostra Bob Krieger Imagine

“Qui inizia la favola del prêt-à-porter…”

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Comment (1)

  1. Avatar

    Che personaggio pazzesco!!
    Bellissimo articolo!