In questo articolo parleremo del ritorno in grande stile del giradischi, un pezzo di cuore di tanti appassionati di musica. Mi piacerebbe però fare un “piccolo passo indietro”, facendovi una domanda particolare: è nato prima il giradischi o la lampadina?
Vi rispondo: fu proprio Thomas Alva Edison ad avere l’intuizione che sta alla base del giradischi, prima ancora della lampadina, verso fine ottocento. Poco dopo ma sempre in quegli anni, negli Stati Uniti si ebbe l’intuizione del grammofono. I dischi erano di zinco, ricoperti di cera e giravano a manovella…Capite quindi che si era disposti a tutto pur di ascoltare un po’ di musica! Comunque il primo vinile inciso risale al 1895. Nel 1948 la Columbia Records introduce il vinile come evoluzione del disco a 78 giri in gommalacca, capace di “suonare” grazie alla puntina posta all’apice del braccio del giradischi. Nel corso della sua cronostoria, il vinile inizialmente è stato “solo”, poi dagli anni ‘70 ha convissuto con musicassette, poi con i cd, fino a che dagli anni ’90 ha visto un lento declino.
Nonostante questo, il giradischi ha sempre tenuto duro; un DJ che si rispetti deve usare un vinile ed in giro diversi negozi si sono rimessi a vendere solo vinili. Ma perché accade questo se oggi il mercato musicale è regnato dalla musica liquida? Che si tratti di una moda o di un fenomeno da hipster? Oppure nostalgia dei cosiddetti tempi d’oro della musica?
Potremmo osservare che probabilmente ci sono ragazzi, under 20 in particolare, che non hanno mai utilizzato un giradischi e forse qualcuno non l’ha nemmeno mai visto da vicino. E’ un qualcosa di “nuovo” che suscita l’attenzione e la curiosità anche dei millenial. Oltre a questo aspetto del prodotto in sé, cambia il tipo di ascolto che sperimentiamo con il giradischi.
Possiamo cioè ascoltare “un disco” (lavoro discografico) per intero, dall’inizio alla fine, senza il “>>” (fast forward), senza la bulimìa della musica liquida. Il vinile invece è educato, è regolato, ha una ritualità che permette come di “toccare” la musica. Prendilo, posizionalo, usa la puntina, calibrane il contropeso. E poi sentite come suona bene la parola “Vinile”, o “LP”.
Gli album, o dischi sono concepiti spesso come una storia che l’artista vuole raccontare; per apprezzare questa storia nulla è più indicato del rilassarsi con il suono della puntina. Poi come per magia, in questo “lento ascoltare” si scopre che la traccia numero 4 del side A è un pezzo strepitoso, inaspettato. Ecco fatta una scoperta musicale, da condividere!
Quindi se proprio volete sorprendere qualcuno, quel pezzo appena scoperto potete farlo ascoltare in tutta la casa grazie a Yamaha, che quest’anno ha voluto stupire, presentando il giradischi….wireless!
Si chiama VINYL 500 ed è un po’ l’anello mancante tra il mondo analogico e quello digitale. Avendo MusicCast, la tecnologia multi-room di Yamaha, si può inviare l’audio del vinile verso un altro diffusore MusicCast senza alcun cavo. Cosi il ragazzo di prima, può utilizzare il suo caro ed amato smartphone per decidere cosa far fare a VINYL 500, per esempio inviare l’audio del vinile dal soggiorno alla sua stanza. Incredibilmente senza fili.
Così i due mondi analogico e digitale si uniscono; vi si chiede solo il coraggio di mettere da parte ogni frenesia.
Poi, una volta deciso cosa fare, è semplicissimo: chiudete gli occhi e guardate la musica in faccia.
Matteo Franciullo
Mi chiamo Matteo Franciullo e lavoro nella parte prodotto e marketing per la divisione Audio Video di Yamaha Music Europe.Sono un appassionato di musica ed ho un gatto nero che dorme spesso nella custodia del mio contrabbasso. Spero che in questo blog vi sentirete un po’ nel vostro mondo!