Si chiama Aeham Ahmad il pianista siriano che ha commosso il mondo, prima che con la sua musica, con la sua storia. L’occasione per ascoltarlo in Italia si è presentata lo scorso febbraio in concerto a Copertino, in provincia di Lecce, nella rassegna Salento Negroamaro promossa dall’Istituto di Culture Mediterranee con il sostegno della Regione Puglia. Ai suoi concerti non si va semplicemente per rilassarsi nella poltrona di un bel teatro. Assistere ad una esibizione di Aeham Ahmad significa anche volere riflettere entrando in contatto con una realtà scomoda e atroce. Quella del campo palestinese sotto assedio di Yarmouk, vicino a Damasco, dove questo ragazzo quasi 30 enne, che ora ha trovato asilo in Germania, suonava tra le strade devastate dalla guerra.
Per questo Aeham Ahmad, prima che in una sala da concerto seduto davanti a un pianoforte a coda, lo si è visto in foto sui giornali, in mezzo alle rovine causate dai bombardamenti, suonare un vecchio pianoforte per dare coraggio al suo popolo. Sono i profughi siriani che come lui attraversano mari su gommoni e barche arrugginite, percorrendo migliaia di chilometri su mezzi di fortuna, a piedi e in situazioni al limite della sopravvivenza.
La sua storia è il simbolo delle contraddizioni di questo mondo. Per ciò che rappresenta Aeham Ahmad ora è conteso in ogni parte d’Europa e i suoi concerti riempono i teatri. Ma “Il pianista di Yarmouk” non vuole certo essere considerato una star. Si ritiene semplicemente un rifugiato in esilio, molto più fortunato di tanti altri. Spera solo che la sua musica possa servire a unire i popoli, diventando un grido di speranza per chi è in cerca di pace e di un futuro migliore.
Chi sono – Fulvio Binetti: Musicista, compositore, autore e producer. Editore di Bintmusic.it e blogger di musica e dintorni, si occupa di consulenza nel campo della comunicazione.