Le tecnologie delle soundbar Yamaha, dal DTS Virtual:X ad Alexa

Home Audio

Cosa significa Alexa built-in in una soundbar Yamaha? E che dire di Clear Voice o DTS Virtual:X? Funzionerà in multiroom? Controllerà i miei dispositivi di smart home? Interrogativi apparentemente di facile soluzione per un appassionato di audio/video, ma che potrebbero creare qualche comprensibile incertezza a tutti gli altri. Eppure, la realtà sottostante deve essere semplice per forza: le soundbar sono nate per estendere i benefici degli impianti audio/video a un target molto ampio, che comprende parte degli appassionati ma va anche molto oltre. Ecco perché un aspetto portante delle soundbar contemporanee è la semplicità di installazione: un cavo per la corrente, un HDMI verso l’HDMI ARC del TV e il gioco è fatto. Se c’è un subwoofer, è wireless. Se ci sono funzionalità extra, si controllano tramite la user experience dell’app.

Soundbar Yamaha: Alexa controlla tutta la smart home

Eppure, dentro le soundbar troviamo un vero e proprio concentrato di tecnologia ed è normalissimo che i produttori ne vogliano evidenziare le caratteristiche. Per esempio, Yamaha ha recentemente introdotto sul mercato i modelli YAS-109 e YAS-209, due soundbar dotate di Alexa “built-in”.

Comprendere la differenza tra un prodotto compatibile con l’assistente virtuale Amazon e uno che lo ha integrato è di primaria importanza, poiché solo nel secondo caso è possibile chiedere direttamente informazioni ad Alexa e usarlo per controllare altri dispositivi all’interno della smart home. Se un prodotto è semplicemente compatibile con Alexa, significa che può essere controllato da un altro che, a sua volta, ha l’assistente integrato, ma non può fungere da gestore dell’impianto domestico. Ecco, YAS-109 e YAS-209 hanno Alexa al loro interno: la si può chiamare quando serve, chiederle informazioni e, tramite le classiche skill, usarla per controllare altri dispositivi presenti all’interno della rete Wi-Fi domestica. Tutto, semplicemente, parlando con la soundbar.

Connettività semplice: HDMI, ma soprattutto wireless

Nella classica scheda descrittiva di una soundbar Yamaha campeggiano loghi di tecnologie avanzate. Ma è sempre meglio partire da una valutazione della connettività: come anticipato, con un cavo HDMI verso l’analogo ingresso del TV (con canale audio di ritorno, cioè HDMI ARC) la questione dei collegamenti è risolta, ma è meglio verificare che esistano anche opzioni di connettività wireless, senza le quali la soundbar non potrebbe erogare alcuna funzionalità innovativa come il controllo via app o lo stesso assistente virtuale integrato. Wi-Fi è quindi un must, ma anche bluetooth non è da sottovalutare: innanzitutto, perché l’ascolto diretto di brani da smartphone è una delle modalità più “gettonate” di fruizione musicale, e poi perché bluetooth potrebbe essere impiegato per la connessione tra la soundbar e il TV (compatibilità permettendo, s’intende), eliminando quell’unico cavo oggi necessario.

Surround, dal Dolby Audio al DTS Virtual:X

Queste sono le sigle che spaventano di più. Più che altro, qui c’è il rischio che si ci ponga domande senza risposta tipo: “ma se la mia soundbar è compatibile con DTS Virtual:X potrò ascoltare un contenuto in Dolby?” e questioni analoghe.

La domanda è legittima poiché un tempo – parliamo degli albori dell’home theater – per ascoltare le sorgenti (DVD prima, Blu-ray dopo) era necessario che il decoder interno al sintoamplifi fosse compatibile con le codifiche usate dallo specifico contenuto, e non era detto che lo fosse. La regola vale anche adesso, ma la situazione è senza dubbio più semplice: una soundbar Yamaha come YAS-209 è compatibile con segnali sia di Dolby che di DTS, mentre tecnologie come DTS Virtual:X sono impiegate al fine di elaborare il segnale audio e renderlo estremamente coinvolgente nonostante l’impianto si avvalga solo di due diffusori (soundbar e subwoofer wireless). Si parla, a tal fine, di Surround 3D o di Surround Virtuale proprio perché i diffusori surround – tradizionalmente posti alle spalle del punto d’ascolto – non ci sono ma il loro effetto è ricreato mediante sofisticati algoritmi.

Servizi di streaming e multiroom

Anche se l’attenzione cade subito su Alexa, le schede tecniche delle soundbar Yamaha targate 2019 mostrano chiaramente i marchi di altri servizi o tecnologie: AirPlay di Apple, Spotify, Apple Music, Amazon Music e via dicendo. Qui, ovviamente, bisogna distinguere il caso dei servizi da quello delle tecnologie: per esempio, AirPlay di Apple rientra nella prima, così come MusicCast di Yamaha, mentre nei servizi supportati troviamo gli altri, da Spotify ad Amazon Music. Partiamo proprio da quest’ultimo caso, che è leggermente più semplice: si tratta, di fatto, dell’elenco dei servizi cui la soundbar è in grado di accedere in modo indipendente, cioè tramite un’app dedicata ma senza bisogno di supporto da parte di apparecchi ulteriori come un PC. Il logo Spotify, per esempio, significa che l’app di controllo della soundbar potrà accedere al servizio di streaming e riprodurne i brani tramite la soundbar stessa, a patto ovviamente di essere abbonati.

Diverso il caso delle tecnologie, i cui contenuti sono logicamente diversi. In linea di massima, le tecnologie impiegate più di frequente sono legate alla condivisione dell’audio da o verso la soundbar. Per esempio, AirPlay fornisce una connessione diretta (Wi-Fi) alla soundbar a chiunque usi un dispositivo Apple come un MacBook, un iPhone o un iPad: in pratica, qualsiasi cosa si stia ascoltando sull’iPhone, basta un tocco sullo schermo per riprodurlo sulla soundbar. Il discorso è simile, anche se un po’ più complesso, per quanto concerne MusicCast, ovvero la tecnologia multiroom di Yamaha, assente su YAS-209 ma presente su altre soundbar come MusicCast Bar 400: la compatibilità MusicCast significa che il dispositivo può essere integrato all’interno di un impianto domestico distribuito su più stanze e controllato con una sola app, che si occupa di “governare” il sistema distribuendo più segnali musicali nei diversi ambienti di casa oppure comportandosi come un unico grande impianto connesso.

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