Nell’immaginario collettivo la musica araba (o araba/andalusa per la precisione) viene solitamente associata a strumenti a corda dalla forma inusuale (Oud, il liuto arabo e Rabab, strumento ad arco simile alla viola da gamba) e a strumenti a percussione (darbuka), ma curiosamente il pianoforte non viene mai contemplato. Cerchiamo di capirne i motivi.
Un po’ di storia del pianoforte.
Il pianoforte trae le sue origini a fine 1600 dall’inventiva di Bartolomeo Cristofori, Lo strumento lentamente inizia ad avere successo in tutta Europa e diventa nel giro di un secolo il “RE” degli strumenti musicali della musica occidentale. Il successo di questo splendido strumento, il pianoforte, non viene però replicato nei paesi arabi. Solo nel 1938 “All’indomani del Congresso del Cairo del 1938, ma dopo aspre polemiche e dure resistenze da parte dei tradizionalisti, il pianoforte viene introdotto nella musica classica araba.”
La musica araba.
Possiamo azzardare, semplificando un po’, che la ragione primaria dello scarso successo del pianoforte nel mondo arabo derivi dall’impossibilità di suonare sulla tastiera i microtoni ovvero, come disse Charles Ives, le “note tra le fessure” del pianoforte. Il pianoforte infatti, espressione della cultura musicale occidentale, prevede al massimo il semitono come spazio di separazione tra le note. La cultura musicale araba, invece va oltre e divide ulteriormente il semitono, usando un sistema microtonale.
È proprio l’utilizzo dei microtoni a dare a noi occidentali quella sensazione fascinosa che, un po’ semplicisticamente, definamo “arabeggiante”. In realtà i microtoni si trovano anche nella tradizione musicale occidentale: si pensi alla musica napoletana o a quella andalusa, in particolare al flamenco; in questo caso i microtoni vengono eseguiti solo attraverso la voce del cantante. Per questo motivo non é possibile per un arabo suonare nella sua completezza un repertorio musicale tradizionale al pianoforte perché, di fatto, mancano delle note, mancano dei suoni. Possiamo dire che per loro è come se mancassero delle note nell’alfabeto!
Di fatto nella musica araba non esistono le note temperate. La musica araba è modale e le sue scale modali, dette “maqamat”, sono formate da sette note suddivise in 24 intervalli di 1/4 di tono ciascuno dando così la possibilità al musicista di utilizzare distanze tra le note, oltre che di un semitono, anche di 1/4 e 3/4 di tono. Tali scale modali sono più di 70.
Un altro aspetto importante è che nella musica araba possiamo individuare un concetto di “orizzontalità” e non di verticalità, ovvero, manca il concetto di ARMONIA. Si tratta di una musica che produce essenzialmente solo una linea melodica alla volta, (eventualmente ripetuta su ottave diverse) con accompagnamento ritmico. Il pianoforte arabo. A partire da queste considerazioni, in passato si é sviluppato un tipo di pianoforte adatto alle esigenze dei musicisti arabi. Tuttavia sono pochi gli esemplari di cui si é venuti a conoscenza e si ritiene fossero per lo più normali pianoforti accordati in maniera adeguata ai canoni arabi.
Tra le tastiere digitali Yamaha invece possiamo trovare la PSR-A 350 e la PSR-A 3000 top di gamma. Che sono strumenti dedicati al mondo orientale: oltre alle funzioni standard hanno dei suoni, degli accompagnamenti, dei ritmi e degli stili dedicati. Ed hanno la possibilità di utilizzare e memorizzare le scale orientali. Con queste tastiere da provare…per esempio la famosissima canzone di George Michael, Father figure, in cui si utilizza nell’intro e in diverse ripetizioni successive, una scala araba. Da provare, molto suggestivo!
Chi sono – Roberta Ferrari Ciao! Mi chiamo Roberta Ferrari e sono la responsabile didattica e della formazione degli insegnanti del settore Educational di Yamaha Music Europe, branch Italy. Sapevate che Yamaha avesse anche un settore “Educational”? Da oltre cinquant’anni Yamaha, ha sviluppato un innovativo metodo per l’insegnamento della musica a bambini, ragazzi ed adulti, continuamente in evoluzione. Un passo alla volta, se lo vorrete, vi guiderò alla scoperta di questo affascinante mondo dell’insegnamento della musica e non solo.
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