Riproduzione del suono: fedeltà o portabilità?

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La produzione del suono - Yamaha Music Club

Io non mi do pace: continuo a registrare dischi e a stampare cd, a volte penso anche di stamparne qualche copia in vinile. Non capisco fino in fondo come mai Jovanotti abbia stampato il suo ultimo lavoro in musicassetta, ma sicuramente questa scelta mi fa simpatia. Sono vecchia. Intorno a me tutti ascoltano (o pensano di ascoltare) musica dalla mono-cassa dello smartphone e io mi sorprendo a guardarli come fossero dei poverini che non sanno godersi la vita. Sì, sono anche noiosa, oltreché vecchia. Ma se penso alle centinaia di ore passate in studio a ricreare la profondità e la spazialità del suono, la stereofonia, il colore, l’attacco e la sfumatura di ogni nota, le scelte degli effetti, delle bacchette, delle corde, dell’accordatura perfetta, dei microfoni… Vedere il tutto appiattito in una comoda cassa portatile, o ridotto allo spernacchiare di un tablet, mi toglie un po’ il fiato.

La catena di produzione e riproduzione del suono è composta da molti elementi: la registrazione, il mastering, la stampa su supporto fisico o la compressione del formato audio, qualità dei componenti audio in cui diffondiamo le caratteristiche acustiche dell’ambiente in cui ascoltiamo. Se l’attenzione posta alla ripresa del suono da parte di artisti, fonici e produttori è maniacale e la tecnologia di oggi permette di ottenere risultati impensabili fino a vent’anni fa, l’attenzione del pubblico non va di pari passo con l’alta fedeltà all’originale, ma va verso la portabilità, la comodità, la musica ovunque e comunque. Solo che così facendo la catena diventa un imbuto, in cui l’artista non può farvi arrivare il suo lavoro così come lo aveva pensato per voi. Provo a spiegarmi meglio facendovi fare un salto nelle arti visive: il formato fotografico.

Avere davanti un Van Gogh originale o una sua riproduzione fotografica in jpg può essere la stessa cosa? È chiaro a tutti che non lo è, vero? Poi certo dipende dalla macchina fotografica, dalla pellicola o dalla compressione dell’immagine se si tratta di formato digitale, dalla stampa, dalla carta o dalla risoluzione e grandezza dello schermo su cui è riprodotto. Se abbiamo un’immagine de I girasoli in risoluzione bassissima, stamparla in formato gigante e con una stampa professionale è inutile: un’infinità di dettagli è già andata persa nella compressione. Viceversa, un’immagine densa e ricca di dettagli a nulla serve se stampata con i colori sbagliati in formato minuscolo sul libro di storia dell’arte. Certo, aiuta a farsi una vaga idea dello stile di Van Gogh, ma quando vi trovate davanti all’originale, l’emozione è tutta un’altra. Andare allo stadio o al cinema regala un’immersione totale di tutti i nostri sensi nell’evento sportivo o nel film che abbiamo scelto. E infatti, molti di noi possiedono televisori al plasma, a volte giganti, con relativo impianto dolby-surround per poter vivere anche a casa (quasi) le stesse emozioni. Ebbene, avete mai ascoltato un concerto dal vivo? Un grande concerto rock con un muro di amplificatori e torri di casse? O una grande orchestra in un auditorium costruito ad hoc da un grande architetto? E come si può pensare di riprodurre (quasi) le stesse emozioni a casa?

Intanto che ci pensate, vi prometto che nelle prossime settimane approfondiremo insieme tutti gli anelli della catena. A presto!

Chi Sono – Marta Caldara Concertista, formatrice, dimostratrice. Qualsiasi attività preveda l’utilizzo di un pianoforte mi trova sempre coinvolta in prima linea! Adoro l’atmosfera del live e centinaia sono i progetti di questo tipo che mi vedono impegnata. In questo blog vi terrò aggiornati sui progetti e sulle ultime novità dal mondo Yamaha.

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