A 2019 ormai inoltrato, stiamo vivendo in un mondo in cui la fruizione musicale domestica deve fare i conti con la pervasività delle connessioni senza fili e con il grande successo del multiroom. Tutto ciò ha modificato progressivamente il paradigma della fruizione musicale in casa, che da momento di ascolto concentrato e delimitato a uno spazio preciso di casa, ormai fa rima con condivisione e con musica distribuita in tutti gli ambienti domestici: ieri ci si fermava ad ascoltare un CD, oggi si riproduce Spotify tramite la soundbar del salotto, poi ci si sposta in studio e, grazie a tecnologie come MusicCast, si continua ad ascoltarla lì tramite un piccolo diffusore di design, per passare poi in camera da letto e terminare l’ascolto con un piccolo impianto hi-fi. Quando arrivano gli ospiti, poi, si decide di riprodurre un brano presente in un server domestico su tutti i punti di ascolto presenti in casa, ovviamente con un semplice tocco sul display del tablet.
Il multiroom nasce da una profonda rivisitazione delle sorgenti musicali: CD e vinile sopravvivono, ma oggi la maggior parte delle persone ascolta musica tramite le piattaforme di Streaming, tramite radio web o file musicali scaricati da un servizio di download audio come iTunes. La digitalizzazione pressoché totale della musica, unita a reti senza fili sempre più evolute e accessibili a tutti ha plasmato il concetto stesso di multiroom audio, che molto semplicemente identifica la possibilità di trasmettere l’audio tra i dispositivi compatibili presenti in casa, senza necessità di una connessione fisica con la sorgente. Ecco perché oggi si può riprodurre un brano sull’impianto del salotto, uno diverso sul diffusore in bagno e un altro, anch’esso diverso, tramite la soundbar in cucina, senza bisogno di avere tre sorgenti fisicamente collegate: basta uno smartphone.
MusicCast, ovvero multiroom evoluto
La tecnologia MusicCast rientra perfettamente nel filone del multiroom, rispetto al quale vi aggiunge alcune caratteristiche evolute. L’obiettivo che sta alla base di MusicCast consiste proprio nello svincolare – per quanto possibile – le connessioni “rigide”, siano esse fisiche o senza fili – tra i dispositivi permettendo la creazione di un impianto multiroom modulare. Oggi, MusicCast è una tecnologia avvolgente: Yamaha ha deciso di dotare di MusicCast svariate tipologie di prodotto, dai sintoampli ai lettori CD, dai diffusori ai giradischi, ma senza dimenticare le soundbar e molto altro.
L’idea è che i prodotti MusicCast non debbano essere considerate come isole o silos all’interno degli ambienti domestici, ma facciano parte del medesimo impianto di casa, che a sua volta ne sfrutta al 100% le sinergie. Si tratta, in pratica, del concetto di integrazione declinato in ambito di audio domestico.
Ma andiamo ora sul pratico domandandoci cosa possa fare un impianto domestico dotato di componenti compatibili MusicCast. Trattandosi di una declinazione evoluta del concetto di multiroom, concentrare tutti i componenti MusicCast in un solo ambiente vorrebbe dire non poterne sfruttare appieno i vantaggi: solo a titolo d’esempio, si può usare una soundbar MusicCast in sala, collegandola all’impianto AV principale, inserire un paio di diffusori MusicCast in altrettante stanze (magari un MusicCast 20 in una e un MusicCast 50 in un’altra), poi realizzare anche un piccolo impianto hi-fi in camera da letto con sorgente il giradischi MusicCast VINYL 500. Ammesso di avere una rete Wi-Fi in casa che sia in grado di coprire tutti gli ambienti dotati di dispositivi MusicCast (in assenza, il concetto stesso di multiroom non si può applicare), il sistema è già predisposto per sfruttare appieno i vantaggi della tecnologia Yamaha. L’altra parola d’ordine è condivisione: con MusicCast è possibile condividere qualsiasi sorgente audio, sia essa analogica che digitale, con lo scopo di offrire la massima libertà di utilizzo e di ascolto a chiunque e dovunque.
Una piccola precisazione tecnica sulle connessioni wireless. Quando si parla di riproduzione musicale smart si pensa immediatamente a una connessione one-to-one basata su tecnologia bluetooth: pur trattandosi di una connessione eccellente per collegare per esempio lo smartphone o il notebook a un piccolo smart speaker col quale riprodurre la musica, per realizzare un vero e proprio impianto multiroom c’è bisogno di qualcosa di più. Gli speaker Yamaha MusicCast sono sì dotati di bluetooth per una connessione rapida, diretta e “al volo” con una sorgente mobile (smartphone, notebook, tablet), ma sono anche compatibili con la tecnologia AirPlay 2 di Apple e, soprattutto, abilitati alla connettività Wi-Fi, che sfruttano proprio per realizzare l’impianto su più ambienti diversi.
I vantaggi dell’impianto “integrato”
Una volta distribuiti e installati i componenti nelle varie stanze, basta scaricare l’app MusicCast Controller e installarla in un dispositivo mobile (smartphone o tablet) per godere al 100% delle potenzialità dell’impianto multiroom. Il bello di MusicCast è l’assoluta libertà offerta all’utente nell’accoppiamento tra le sorgenti e i dispositivi di riproduzione: a differenza di quanto avviene con un ‘semplice’ bluetooth, MusicCast permette di associare – per esempio – il lettore CD della camera da letto con la soundbar del salotto: l’audio della sorgente viene gestito dal controller MusicCast e indirizzato nell’ambiente di destinazione. Se si considera che tra le sorgenti musicali di un impianto MusicCast abbiamo lettori CD, giradischi, piattaforme di streaming, radio, file audio presenti in server domestici, chiavette USB e via dicendo, ci si rende conto di quante possibilità di ‘composizione’ esistano, visto che ognuno di essi (vinile compreso) può essere indirizzato verso componenti di riproduzione MusicCast (speaker, ampli, sintoampli, soundbar…) distribuiti in stanze diverse di casa.
Non solo: tra le funzionalità permesse dal Controller MusicCast – che, non dimentichiamo – è un’app, c’è la possibilità di creare ambienti (come salotto, cucina, camera per gli ospiti…), associarli e disassociarli a piacimento: nel primo caso, per esempio, è possibile ascoltare il brano del lettore CD sia in salotto che in cucina, per poi separarli in un secondo momento e indirizzare nelle due stanze due brani e sorgenti diverse. Come si può notare, il punto di forza è senza dubbio la modularità: non c’è bisogno di partire con un impianto MusicCast completo né con un numero minimo di componenti; l’impianto cresce poco per volta con l’aggiunta di nuovi elementi, così come le possibilità operative, il cui numero dipende dalla quantità di dispositivi MusicCast presenti in casa.
Infine, non si può trascurare la versatilità permessa dal controllo vocale tramite Alexa e Google Assistant e il fattore qualità, altro pilastro attorno a cui è stata realizzata e raffinata la tecnologia MusicCast: il fatto di trasmettere audio digitale all’interno del network domestico è infatti di per sé un grosso vantaggio a livello pratico, ma per essere vincente in tutto e per tutto non può sacrificare la qualità sonora. A tal fine, MusicCast supporta le più recenti codifiche audio digitali di altissima qualità, tra cui Apple Lossless (ALAC) fino a 96 kHz, WAV, FLAC e AIFF fino a 192 kHz. In questo modo, la comodità del sistema wireless incontra i gusti e le esigenze di chi a Yamaha chiede (giustamente) la massima qualità possibile.
Con la vostra app installata non riesco a controllare il volume del mio impianto Yamaha NP-S303 collegato ad ampli Yamaha AS-501
Praticamente inutile.
La musica si ascolta come deve essere ascoltata, con queste tecnologie si sente e basta!!!!!!!